I progetti del servizio psicologico FARO

L'attività di cura è resa più efficace da una serie di progetti collaterali che arricchiscono e completano il servizio assistenziale

Al di là delle attività istituzionali, svolte sia presso gli hospice, sia in regime di assistenza domiciliare il servizio psicologico della FARO, da molti anni si occupa di progetti che arricchiscono e completano il progetto assistenziale.

I progetti del servizio psicologico si distinguono in due categorie principali:
 

  1. Progetti che hanno lo scopo di assistere non solo il malato preso in carico dalla FARO, ma anche i suoi familiari (qualora se ne riscontri la necessità). Questi progetti operano sia durante la malattia, specialmente nelle famiglie con fragilità (Progetto Protezione Famiglie Fragili); sia in fase di supporto al lutto (FARO Dopo).

     
  2. Progetti che hanno lo scopo di fare divulgazione su tematiche delicate e spesso considerate tabù come la malattia grave e la morte. Questi progetti vengono portati avanti specialmente all'interno degli istituti superiori del territorio in cui opera FARO, per aprire un dialogo con i ragazzi in età adolescenziali (PCTO e FARO scuola).

 

 

FARO Dopo - Servizio di supporto al lutto

Il progetto di supporto al lutto, FARO Dopo, è da sempre un simbolo dell'approccio di cure palliative della FARO volto a prendere non solo la persona malata, ma anche tutto il suo nucleo familiare.

Questo servizio supporta i familiari che hanno subito la perdita di un loro caro con attività di sostegno psicologico individuale e di gruppo.

 

La consapevolezza che, negli ultimi anni, le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria hanno impedito o limitato fortemente la ritualità funebre, sottraendo alle famiglie la dimensione sociale del lutto, ha portato la FARO ad esplorare anche l'utilizzo di piattaforme telematiche per non interrompere questo servizio fondamentale, allo scopo di tenere attiva la rete di protezione rappresentata dall’incontro tra persone unite dalla comune e recente esperienza di perdita.

Questi incontri hanno rappresentato un punto di confronto atteso e di riferimento costante. Aver ricorso prontamente alla tecnologia ha permesso di creare e mantenere una “rete di connessione” in cui le parole hanno potuto costruire narrazioni, incrociare le storie e confortare, anche e soprattutto in un tempo così surreale e alterato dalla pandemia. Le persone supportate nel 2021 sono state 173, con percorsi diversificati e personalizzati a seconda della gravità e del quadro psico-emotivo dei familiari in lutto e i colloqui psicologici si sono svolti sia in presenza che da remoto. 

La FARO a scuola

Dal 2010 la Fondazione FARO porta nelle scuole la riflessione sulle cure palliative e sui temi del fine vita, attraverso un dialogo aperto e costruttivo con i giovani cittadini.  

 

Aderisce inoltre al sistema di studio denominato “Alternanza Scuola-Lavoro", che nello specifico trova attuazione nei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). Lo scopo è quello di rafforzare il raccordo tra la scuola e il mondo del lavoro, offrendo agli studenti opportunità formative ed esperienziali di alto e qualificato profilo, per favorirne l’orientamento e l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro, attraverso un’esperienza reale e non solo teorica.  

 

La Fondazione FARO offre agli studenti un percorso formativo esperienziale sul campo, interattivo e mirato alla partecipazione, con lo scopo di avvicinare gli studenti al lavoro concreto nell’ambito di un’organizzazione del terzo settore che nello specifico eroga servizi di cura alla persona, specializzati in cure palliative. Il percorso teorico/esperienziale si muove nell’approfondimento dei seguenti temi: la storia delle cure palliative e l’approfondimento degli assunti di riferimento, i ruoli e le figure professionali che la compongono e le traiettorie di base che ne orientano il lavoro, la descrizione dell’organizzazione della Fondazione FARO. 

 

Il percorso, che si svolge attraverso 9 incontri, propone agli studenti una conoscenza dei macro-contenuti delle cure palliative e del passaggio da una cultura impostata dalla “lotta” alla malattia, propria delle organizzazioni che curano le emergenze e le malattie acute, alla cultura dell’accompagnamento che mette al centro il prendersi cura della persona e della famiglia, quando le malattie sono inguaribili e prospettano a breve il volgersi della fine della vita. I significati del motto delle cure palliative, “curare quando non si può guarire”, vengono approfonditi attraverso un percorso coinvolgente e interattivo.